Andrea Giambruno: il ciuffo, i fuorionda e la fine di un amore in diretta nazionale (2024)

di Renato Franco

I video lanciati da “Striscia la notizia” e i sospetti di un complotto (smentito). Fino al ritorno in scena ad Atreju

Andrea Giambruno: il ciuffo, i fuorionda e la fine di un amore in diretta nazionale (1)

Lei, lui, l’altro. In una relazione di coppia il terzo incomodo di solito è quello che fa crollare gli equilibri. E anche questa volta è stato così, anche se di mezzo non ci sono tradimenti e infedeltà (da Belén a Ilary Blasi uno dei format più riusciti di quest’ultimo anno). Lei non è una qualunque, ma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni; lui è l’ora ex compagno Andrea Giambruno che si è ritagliato il suo cerchio di visibilità grazie a un mix di qualità esteriori e interiori (il ciuffo d’attacco e diverse gaffe). L’altro è Antonio Ricci che con i suoi fuorionda ha dato il colpo finale a una relazione che probabilmente già scricchiolava di suo.

Succede tutto nell’arco di due giorni. Quelli in cui Striscia la notizia manda in onda i video “rubati” a Giambruno. Nel primo il giornalista si avvicina a una collega con l’aria del milanese imbruttito in versione galante per commentare il suo vestito («ma la bellezza di questo Blu Estoril? No, no, non è Blu China, una donna acculturata come te dovrebbe saperlo, non ti si addice, sei di un livello superiore»). In chiusura se ne esce però con una frase poco felice («sei una donna intelligentissima, ma perché non ti ho conosciuta prima?») che in un colpo solo riesce a far irritare due donne contemporaneamente: la compagna e la collega.

Nel secondo fuorionda Giambruno calca ancor di più la mano e si mette a discettare di «aperturismo», con allusione che qui però non ha nulla a che fare con la politica: «Stiamo cercando una terza partecipante, facciamo le threesome. Anche le foursome... Entrerai a far parte del nostro gruppo di lavoro? Ti piacerebbe? C’è un test attitudinale. Si scopa». Bastano 48 ore alla premier per prendere una decisione che forse aveva già preso da tempo, solo bisognava capire il quando. L’addio è immediato, via social: «La mia relazione con Andrea Giambruno, durata quasi dieci anni, finisce qui. Lo ringrazio per gli anni splendidi che abbiamo trascorso insieme, per le difficoltà che abbiamo attraversato, e per avermi regalato la cosa più importante della mia vita, che è nostra figlia Ginevra. Le nostre strade si sono divise da tempo, ed è arrivato il momento di prenderne atto». Diventa il caso mediatico dell’anno, se ne parla in tutto il mondo, dai siti di gossip ai giornali di alta finanza. E come in ogni caso che si rispetti non mancano dietrologie e retroscena, ognuno dà una sua lettura, anche se poi tesi e antitesi sono sempre due come insegna l’ortodossia di questi tempi fatti di indignazione e prese di posizione radicali (o di qui o di lì, non c’è via di mezzo): è stato un complotto a favore o contro Giorgia Meloni?

L’unico che può davvero rispondere è Antonio Ricci che assicura di essere sincero, «anche se per natura io non vengo creduto, quindi posso dire la verità senza che mi succeda niente». Eccola la sua versione di fatti. L’idea di «colpire» Giambruno nasce dopo aver letto la sua intervista su Chi, una sorta di «beatificazione» che lui mal tollera. Lo colpisce la foto «del first gentleman in un campo di grano, a guisa di papaverone o spaventapasseri», mal comprende l’esaltazione del «cuore “gitano”» e del ciuffo «che sarebbe priapescamente cresciuto con gli ascolti». Così gli viene l’idea di mandare in frantumi quella che legge come un’immotivata celebrazione: «Siccome sono un laico, specie in estinzione, ho una naturale diffidenza verso i nuovi santi, ho pensato subito di utilizzare l’antidoto. Da una fortunosa pesca estiva avevo due fuorionda del giornalista in frigo. Li ho usati».

Quindi stando a Ricci — l’unico a cui ci dobbiamo affidare per sapere come è andata — è stata un’ispirazione del momento, aiutata dalla «fortuna» di avere sottomano dei fuorionda che risalivano a giugno, quando Striscia era in vacanza. Lui li ha visti a fine settembre: «E mi sono detto: il soggetto potrebbe fornire qualche altra chicca. Quindi ho deciso di aspettare che facesse qualcosa di peggio. Ma da allora non ha fatto più niente». L’ideatore di Striscia rientra nella schiera di quelli che sostengono che sia stato un favore alla premier: «Semplificando il cattivo è lui. La vittima stravince sempre. Il suo messaggio dal punto di vista della comunicazione nell’immediato è stato molto efficace. Ma è importante anche la parte mancante: non ha speso neppure una parola per le ragazze coinvolte».

Ma tornando al punto per Ricci è proprio sbagliato parlare di complotto. Scaccia l’idea di ogni retropensiero: «Vedo tanti opinionisti che dibattono, tutti esperti in ventriloquia e paranormale; sento giornalisti che sostengono che prima di scrivere un articolo devono confabulare con l’editore: possibile che non ci sia nessuno che dice che uno può prendere un’iniziativa di sua volontà?»

Eccolo anche l’editore. Pier Silvio Berlusconi sapeva? Assicura di no, di essere rimasto spiazzato come tutti, che non ne sapeva niente e per questo si è sentito in dovere di parlare subito con la presidente del Consiglio, a cui ha espresso il suo «umano dispiacere». Insomma il solito Ricci. Il cane sciolto che agisce come il suo cuore gitano comanda. Del resto è uomo potentissimo, ma alieno agli incontri di lobbying in società. Da sempre vive in un residence, il lavoro è il suo hobby. Nel frattempo anche Giambruno rimane spiazzato. I primi giorni lo descrivono come «uno che sta sotto un treno». E c’è da capirlo, perché prende due schiaffi che fanno vacillare: prima l’imbarazzo dei fuorionda, poi il benservito dalla compagna. Da un giorno all’altro ha visto crollare il suo castello; si sentiva re e si è ritrovato senza scettro. Tutto finito. Addio alla conduzione in video di Diario del giorno (pur mantenendo il coordinamento redazionale del programma), l’ipotesi (vedremo quanto concreta) di fare causa a Mediaset «per violazione della privacy e diffamazione a mezzo stampa», il ritorno in scena a sorpresa ad Atreju con il saluto ad amici, parlamentari di FdI, compresa Arianna Meloni.

In questa storia è emblematica anche la prima uscita pubblica dopo il ribaltone: la foto con il taglio del famigerato ciuffo, un po’ delizia, molta croce. Simbolico. Freudianamente quasi un’ammissione di pentimento, la voglia di ricominciare da zero. Altro passo emblematico: il trasloco da casa Meloni, la scelta — racconta il settimanale Chi — di un appartamento «più piccolo e modesto, non lontano dalla casa di famiglia perché vuole stare il più vicino possibile alla piccola Ginevra, cui è legatissimo». Tutti e tre si erano trasferiti da poco in questa nuova casa, dopo anni trascorsi alla Garbatella, ma Giambruno non ha fatto in tempo a disfare gli scatoloni che ha dovuto prepararne altri. Stavolta, pare, quelli definitivi». Da first gentleman a first single.

Ogni dramma — insegna Shakespeare — ha un suo lato di farsa e la lezione ironica di questa storia è ancora nelle parole di Ricci: «C’è sempre qualcosa da imparare, ad esempio non sapevo che esistesse il Blu Estoril».


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30 dicembre 2023 (modifica il 30 dicembre 2023 | 10:54)

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